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A
Messina è possibile trovare molte
chiese e monumenti testimoni di una storia ricca e gloriosa. Un
itinerario di arte, cultura e religione è sicuramente uno dei più attraenti in questa parte dell'isola a due passi dalla Calabria.
Il duomo di Messina
La fondazione del
duomo di Messina risale all'epoca normanna ma solo nel 1197, presente l'imperatore Enrico VI di Svezia (padre di Federico II che a Messina vi soggiornò e fu sepolto), si dedicò la chiesa alla Vergine. Della costruzione normanna oggi non rimane altro che l'impianto generale e l'insieme dell'aspetto esterno che l'architetto Valenti, dopo il terremoto del 1908, volle conferire sulla scorta della documentazione antica.
A fine Seicento risale il baldacchino in legno e rame e il sottostante altare maggiore in marmi mischi, macchina scenografica destinata a mettere in risalto il quadro della Madonna della Lettera (protettrice di Messina). L'altare, su progetto di Simone Gullì, fu iniziato nel 1628 e terminato a fine Settecento, con il concorso di molti artisti tra cui i grandi orafi Juvarra, autori dell'altro altare, in argento e oro, incassato in quello moderno al centro del transetto, con la raffigurazione della consegna della lettera agli ambasciatori di Messina da parte della Vergine.
Nel 1930 fu posto nel Duomo di Messina quello che è il più grande organo a canne d'Italia e il terzo d'Europa: 5 tastiere, 170 registri, 16.000 canne distribuite nei due lati del transetto, dietro l'altare, sulla porta maggiore e sull'arco trionfale.
L'Annunziata dei Catalani
L'
Annunziata dei Catalani sorge in uno dei luoghi più ricchi di storia di tutto lo Stretto. Nelle vicinanze, in epoca bizantina, si trovava "la darsena" della città a guardia della quale stava la fortezza del Castellammare.
La chiesa fu eretta tra il 1150 e il 1200 sui resti del tempio pagano di Nettuno. La sua architettura costituisce un notevole esempio di apporto di stili diversi su di un impianto tardo bizantino, tipico, per esempio, delle costruzioni dell'Ordine dei monaci basiliani. Le loggette cieche e il gioco cromatico delle pietre all'esterno, così come gli archi a fasce bicolori dell'interno e la pianta allungata della chiesa, sono altrettanti indizi che rimandano all'oriente islamico e bizantino e a coeve esperienze dell'Italia continentale. La lunghezza delle navate era quasi doppia rispetto all'attuale: esse furono accorciate e la facciata rifatta a seguito di una alluvione che in epoca medievale causò il crollo della parte anteriore della chiesa.
La denominazione di Chiesa dei Catalani è rimasta all'edificio da quando, nel XVI secolo, il senato Messinese lo assegnò alla potente consorteria dei mercanti catalani che ne fece la propria sede e pose lo stemma di Catalogna sul portale principale. Il forte scarto di quota del piano su cui sorge la chiesa, rispetto a quello stradale moderno, si deve alla congerie di macerie causate dal terremoto del 1908 e poi spianate per la ricostruzione.
Il Tempio di San Francesco d'Assisi a Messina o dell'Immacolata
Quello dedicato a
San Francesco d'Assisi è il primo tempio eretto dall'Ordine Francescano in Sicilia. La prima pietra per la costruzione, interamente finanziata dai Nobili Messinesi del Terz'Ordine, giunse da Napoli inviata dal Papa Alessandro IV nel 1255, regnanti gli Angioini.
La sua forma slanciata riecheggia architetture nordiche, originariamente aveva un convento e sorgeva fuori dalla cinta muraria. Le possenti absidi, riedificate dopo il terremoto del 1908, sono state immortalate in un dipinto del grande Antonello. Pazientemente ricostruite anche il portale di facciata, il rosone, il portale laterale e parte del pavimento a intarsi di pietra. Dispersi grandi dipinti del XVI e del XVII secolo nonchè i più importanti monumenti sepolcrali (le tombe di Federico III d'Aragona e di altri componenti la sua famiglia). La chiesa è nota ai messinesi come
l'Immacolata per la statua argentea della Vergine che vi si conserva.
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