Sicilia regina del 2003 con un pil in crescita dell'1,8%, contro una media nazionale del +0,3%. E' quanto emerge dall'analisi Istat sui principali aggregati dei conti conti economici regionali, nel quale viene sottolineato che alla crescita economica italiana lo scorso anno hanno contribuito in modo determinante i servizi e le costruzioni (rispettivamente +0,6% e +2,5% sul 2002), mentre l'agricoltura e l'industria hanno accusato pesanti cali (-5,7% e -1,0%).
A seguire la Sicilia nella classifica delle regioni italiane con una maggiore crescita del pil sono il Friuli Venezia Giulia, che vanta un +1,6%, e il Lazio con un +1,1%. Tutte le altre, invece, registrano incrementi del pil inferiori all'1%, e in molti casi contrazioni. A pesare «sul rallentamento della congiuntura economica» italiana è stata soprattutto l'agricoltura, che ha subito pesanti battute d'arresto in tutte le regioni, fatta eccezione per la Sicilia (+22,5%).
«Non poteva esserci notizia migliore per chiudere il 2004: i dati sul pil siciliano diffusi dall'Istat ci confortano sulla bontà del cammino intrapreso dall'intero sistema Sicilia verso il suo definitivo decollo economico e produttivo». Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, che esprime soddisfazione per i risultati dell'analisi Istat. «Non è certamente un merito da attribuire in via esclusiva al governo regionale - afferma Cuffaro -, tuttavia abbiamo la conferma che le scelte strategiche da noi operate cominciano a dare i loro primi frutti ai quali, ne sono certo, potranno seguirne altri».
Per il governatore siciliano, «legalità, sussidiarietà e pieno utilizzo delle risorse comunitarie, sono i punti qualificanti e vincenti di un percorso che non si è esaurito e al cui compimento dovranno ancora concorrere, con il loro lavoro, imprese, forze sociali e istituzioni». «Resta solo da constatare, ancora una volta - conclude - che una maggiore attenzione al bene comune piuttosto che alle logiche di bottega politica, potrebbe generare meno profeti di sventura e produrre semmai migliori energie da destinare allo sviluppo di questa terra».
E il vicepresidente della Regione siciliana, Francesco Cascio, aggiunge: «Questo governo regionale aveva individuato fin dal suo insediamento nel turismo e nell'agricoltura i due grandi comparti per lo sviluppo economico della nostra Regione. I risultati dell'Istat che oggi pongono la Sicilia in controtendenza rispetto ai dati nazionali per la crescita del Pil non possono che inorgoglirci e confermano che la scelta fatta tre anni fa era quella giusta».
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